I Naturelli

Chi di voi non conosce il plumcake?

La versione che voglio proporvi oggi è davvero speciale, contiene un ingrediente tanto raro quanto prezioso, l’amore. Ebbene si, l’amore padre-figlio, un sentimento la cui immensità è ineguagliabile e che passa anche attraverso la condivisione, nel mio caso di una grande passione, quella per la pasticceria.

E’ proprio per questo motivo che io e mio figlio Nicola abbiamo accolto con grande entusiasmo la proposta condivisa dalla Scuola Materna A. Carsana di Alzano Lombardo (BG) e deciso di partecipare al concorso La Merendina di Imes. Un’iniziativa che prende avvio dal progetto promosso dalla Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) per sensibilizzare le famiglie sul tema dell’alimentazione e si coniuga perfettamente con il progetto Green School legato al pilastro dello spreco alimentare intrapreso dalla Scuola Materna Carsana.  

“L’obiettivo è di aumentare la consapevolezza nei bambini e nei genitori che una dieta sana e sostenibile è possibile. È dimostrato che il gusto si sviluppa con l’esperienza. Quindi proporre ai bambini di assaggiare cibi sempre nuovi, poco processati, consente di educare il gusto ai sapori naturali e aumentare la probabilità che anche alimenti non sempre apprezzati o rifiutati a priori, come la verdura, diventino graditi.”

Ed è con questi presupposti che è nata la ricetta dei nostri “mini-plumcake dell’allegria”. Questo è il nome che Nicola ha voluto dare a questo dolce, frutto della nostra fantasia, ideato e pensato per preparare in casa merende con alimenti naturali e del nostro territorio.

Ora non vi resta che mettere le mani in pasta e provare la ricetta. Feteci sapere cosa ne pensate, inutile dire che a noi sono piaciuti un sacco!

Le dosi sotto riportate consentono la realizzazione di 8 mini plumcake delle dimensioni di circa 6 cm x 10cm o, in alternativa, 2 plumcake di dimensioni standard.

Ingredienti:

  • 200 gr di carote pulite
  • 120 gr di farina di mais spinato di Gandino (*)
  • 100 gr di farina 00 (o farina integrale)
  • 100 gr di olio di semi di girasole
  • 80 gr di farina di ceci
  • 70 gr di miele
  • 30 gr di zucchero di canna
  • 10 gr di succo di limone
  • 3 uova grandi
  • 2 tuorli
  • 8 gr di cremor tartaro + 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 20 gr mix di semi biologici (lenticchie e farro in fiocchi, semi di girasole e semi di zucca)

Procedimento:

  1. In un mixer frullare le carote con l’olio di semi ed il succo di limone fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo
  2. In planetaria o in una ciotola con sbattitore elettrico versare le uova, i tuorli, lo zucchero di canna, il pizzico di sale e montare fino ad ottenere un composto spumoso
  3. Aggiungere al composto appena ottenuto il miele e le carote frullate e mescolare delicatamente con una spatola
  4. In una ciotola setacciare tutte le polveri (farina di mais spinato di Gandino, farina 00 (o farina integrale), farina di ceci, cremor tartaro e bicarbonato di sodio)
  5. Unire i due composti ed iniziare a mescolare delicatamente con il lecca pentole, con movimenti dall’alto verso il basso, fino ad ottenere un impasto compatto e omogeneo
  6. Oliare ed infarinare uno stampo multiplo per mini plumcake (dimensione singolo plumcake 6 cm x 10 cm) e versare all’interno l’impasto fino a raggiungere i 3/4 della capienza
  7. Versare sopra l’impasto il mix di semi biologici (lenticchie e farro in fiocchi, semi di girasole e semi di zucca) o, in alternativa, i vostri semi preferiti e cuocere in forno statico preriscaldato a 175° per circa 45 minuti nel primo ripiano in basso del forno
  8. Prima di sfornare assicurarsi che i plumcake siano cotti facendo una prova con lo stecchino. Sfornare e lasciare raffreddare prima di togliere dallo stampo


(*) Il Mais Spinato di Gandino è un’antica varietà bergamasca che arrivò nel borgo della Valle Seriana in provincia di Bergamo nei primi decenni del 1600. E’ una varietà antica, altamente qualitativa ed organoletticamente pregiata, appartenente alla famiglia dei mais vitrei o semivitrei. Gandino vanta un particolare primato: è stato il primo luogo in Lombardia a coltivare il Mais e dove di conseguenza fu cucinata la prima polenta gialla.